Albero vero o di plastica? In un momento in cui tutti i big della Terra sono riuniti a Parigi a parlare del futuro climatico del nostro Pianeta, la domanda assume una connotazione ancora più forte. E tra le due opzioni, quella più amica dell’ambiente è. .. la terza: meglio un albero vero ma proveniente da realtà che garantiscono la gestione forestale sostenibile. L’acquisto dell’albero natalizio è un’azione apparentemente piccola ma che in realtà può trasformarsi in un tassello importante per fare la nostra parte nella riduzione delle emissioni di gas serra e per orientare il mercato in senso più ecologico”. Ecco perché è bene attenersi a poche semplici regole:
Primo: rifiutare alberi di plastica perché derivano dal petrolio e quindi hanno costi ambientali e di smaltimento molto elevati.
Secondo: leggere sempre l’etichetta. Sul tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale devono essere riportate la provenienza da coltivazioni specializzate, la nazionalità, l’età dell’albero e la non destinazione per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni alle specie autoctone).
Terzo: optare per alberi prodotti da realtà forestali certificate Pefc (http://www.pefc.it/chaincustody/aziendecertificatepefcit) anche per finanziare chi fa le cose per bene e difende l’ambiente!
Quarto: preferire alberi provenienti dall’Italia (visto che la maggioranza viene dall’estero). Più è vicino il luogo di coltivazione o il bosco dal quale è stato prelevato, meno chilometri farà fino a casa nostra e quindi minore sarà il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni nocive. Rispettare questa regola non è difficile. Il 90% degli abeti nazionali disponibili sul mercato natalizio deriva da coltivazioni specializzate che occupano oltre mille piccole aziende agricole tricolori. Il restante 10%, venduto senza radici (i cosiddetti cimali o punte d’abete) derivano da normali pratiche di gestione forestale che prevedono interventi di diradamento indispensabili per far sviluppare meglio le nostre foreste.
Quinto: passate le feste, smaltire l’albero in modo corretto. E in tal senso il ripiantarlo in un bosco non è per niente un’opzione corretta. Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico perché purtroppo la maggior parte degli abeti viene dall’estero e sicuramente non ne conosciamo l’origine e il patrimonio genetico. Meglio quindi piantarlo nel giardino di casa, per chi ne ha uno. E se l’albero si è seccato durante le feste, va destinato alla raccolta compostabile per permettere la sua trasformazione in compost che verrà poi usato come fertilizzante per nuove piante.